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Un videogame che educa al “risparmio”

Si chiama “Fuga dal Castello” ed è un videogioco educativo, che ha come obiettivo quello di insegnare che cos’è il risparmio ai suoi giovani videogiocatori. L’idea non poteva che essere partorita dal Museo del Risparmio di Torino, che coadiuvato da Neuroscience Lab di Intesa Sanpaolo Innovation Center, con il supporto del partner scientifico Scuola IMT Alti Studi Lucca ha sviluppato quest’applicativo nell’ambito deò progetto “Studio neuroscientifico del comportamento di risparmio nei ragazzi in età scolare”.

L’obiettivo era studiare dal punto di vista neuroscientifico sia il comportamento associato alle decisioni di risparmio nei ragazzi attraverso una misurazione dei comportamenti cooperativi e di autoefficacia, sia di capire meglio il ruolo del gaming nel meccanismo di apprendimento e di ritenzione dello stesso. Per questo motivo è stato scelto l’escape room come sistema di gameplay: si tratta di un gioco in cui un personaggio deve uscire da una stanza “virtuale” attraverso la risoluzione di indovinelli, puzzle ed enigmi. Gli enigmi possono avere un tema portante, guidato da una storia che si sviluppi e che dia coerenza al gioco. Tale scenario base può declinarsi in molteplici modi, oltre il semplice “uscire da una stanza”, agendo soprattutto sulla storia di contorno.

Graficamente è stato scelto un setting medievale, ma con riferimenti alla quotidianità per richiamare qualcosa di conosciuto. Il gioco si sviluppa in vare location ricavate nel castello: oltre all’Atrio del Castello (con una comprensione del testo con lessico legato al risparmio), gli ambienti considerati nel gioco sono Cucina (gestione risorse scarse), Salone delle Feste (scelta con un vincolo di budget) e biblioteca (concetti della pianificazione). I videogiocatori si trovano così a dover ragionare su problematiche tipiche del “risparmio”, avendo contro anche la clessidra del tempo, che risulta determinante per portare a termine il gioco proficuamente.

 

“Fuga dal Castello” è stato sviluppato per dispositivi iOS ed Android ed è scaricabile dai seguenti link:

Apple Store https://apps.apple.com/it/app/fuga-dal-castello/id1590321130

Google Play https://play.google.com/store/apps/details?id=com.intesasanpaolo.fugacastello

AR e Turismo: le app di Favara e San Pietro Avellana

L’arrivo della bella stagione favorisce le gite fuori porta e la visita di luoghi da nord a sud in tutto il Bel Paese. Gli explorer nostrani ed internazionali sono alla ricerca di mete inusuali, fuori da quelle che costituiscono tappa fissa per ogni turista che si rispetti. Come può il digitale aiutare a far emergere questi posti, aiutando il turista a scoprirli e visitarli? E’ il caso della realtà aumentata, che grazie all’utilizzo dello smartphone disegna percorsi per tutti i gusti. In questo articolo analizzeremo le app di Favara e San Pietro Avellana. 

เทคโนโลยี AR คืออะไร ? ทำไมต้อง AR ? - moveonblog.com

L’app intitolata ‘L’Aquila Rinasce’ è ambientata nella città di Favara. Disponibile per dispositivi iOS ed Android, sfrutta la realtà aumentata per disegnare un percorso fatto di Saette che porterà i visitatori a scoprire i luoghi del centro storico di Favara. Realizzata per il Festival di Favara 2021, l’app sfida i suoi utenti a raccogliere tutte le saette partendo da Farm Cultural Park fino a raggiungere il Quid Vicolo Luna. Un contatore posto in basso sullo schermo del cellulare alimenta l’istinto di collezionare tutte le saette, visitando i luoghi dove esse sono state poste. 

Esistono due tipi di saette: quelle piccole che disegnano il percorso e quelle grandi alle quali sono associati dei contenuti multimediali: gli utenti potranno così scoprire attraverso la visione dei video nuove informazioni sulla ricostruzione della città dell’Aquila. Una funzione implementata nell’app permette ai visitatori di avvicinare le saette ingrandendo o restringendo il campo visivo con due dita sullo schermo dello smartphone per collezionarle con un semplice tocco: in questo modo l’esperienza di gioco è fruibile in modo completo anche dai giocatori meno esperti o più inclini al passeggio piuttosto che all’esplorazione.

Exploring San Pietro Avellana è l’app ufficiale dell’omonimo comune situtato in Molise, che traccia ben tre percorsi in realtà aumentata per turisti e scolaresche in visita nel paese molisano. Scaricando l’app sul proprio smartphone dagli store iOS e Android, bisognerà recarsi in piazza Umberto I per scegliere uno dei tre percorsi denominati con i colori blu, rosso e giallo. Ogni percoso ha un tot di gemme da raccogliere per essere completato, ma soltanto gli esploratori che riusciranno a completare tutti e tre i percorsi riceveranno un premio speciale, ovvero il diploma di vero urban explorer della città di San Pietro Avellana. 

Per portare a termine i percorsi gli utenti dovranno visitare il paese di San Pietro Avellana, ma anche un bosco adiacente, scoprendo tutte le bellezze naturalistiche del territorio. Inoltre alcune gemme racchiudono delle sorprese: sbloccandole il visitatore potrà vedere riprodotte in 3D fotografie e reperti archeologici del museo cittadino! Con lo schermo dello smartphone, oltre a poter girare attorno ai reperti e fotografie per guardarli in ogni dettaglio, il visitatore sarà in grado anche di leggere informazioni su un apposito menu a tendina  posto in alto che si chiuderà ed aprirà ogni volta con un semplice tocco del dito.

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Luxottica Factor – Gamification nel recruitment

“Hai il Luxottica Factor” ? Questo l’incipit che occhieggia nel sito. Il colosso degli occhiali ha deciso di fare recruitment tramite un approccio gamificato. Ma, in definitiva, non ci riesce. Vediamo perchè

Il primo approccio

Vengo a sapere per caso di Luxottica Factor, diciamo che ho visto il risultato del test che ha condiviso un mio amico su Facebook e colto da un raptus di nostalgia per il mio mancato passato da manager dell’industria dell’ occhiale, entro nel sito e decido di sottopormi al test. Questa la schermata di apertura. Non cominciamo benissimo. Mi aspetto di poter cliccare su queste icone, evidenti e centrali, ma vengo deluso, subito sotto trovo due alternative: Gioca o accedi. Strano, se ho già finito il test dovrei atterrare su una pagina differente, se invece viene creata un’area riservata appositamente per me, mi aspetto di poter entrare con un login, ma da un’altra parte.

Luxottica

Screenshot inizio test luxottica

Ma i problemi non finiscono qui. Clicco sul tasto “gioca” e la schermata che appare chiede se preferisco fare un social login o fare direttamente il test. Cliccando su “vai al test” mi ritrovo a dover fare una registrazione da zero. Cattiva segnalazione. Torno indietro, contrariato, decido di fare il social login, ma sorpresa: non funziona. Ritorno alla registrazione “from scratch” e, rassegnato, compilo i campi ed accedo finalmente al test.

Social login

Social login

Il test

Sono sincero. Dopo questi problemi e false partenze, per salvare la situazione servirebbe un appeal grafico eccezionale ed una user experience all’avanguardia ed ovviamente componenti di gamification contestuali e ben approfonditi. Ma purtroppo, non mi aspetta nulla di tutto questo.

Screenshot

Il test di luxottica

Mi rassegno al fatto che Luxottica ha deciso di acquisire dati senza troppo pensare alla mia esperienza utente, né al mio divertimento, o engagement che dir si voglia. Il test esordisce con “Scegli per prima la risposta nella quale ti rispecchi maggiormente e scegli se votarla con una o due stelle blu. Poi scegli la seconda risposta più adatta a te e assegnale una o due stelle azzurre. Lascia senza voto la risposta nella quale ti rispecchi meno”. Farraginoso. Perché dovrei dare necessariamente due risposte? In aggiunta a ciò, le risposte tra cui dovrei scegliere si assomigliano moltissimo e questo rende la scelta molto difficile. 12 risposte con un semplice scorrimento orizzontale. Non vi è traccia di progettazione ux, nè di engagement di alcun tipo.

Risultati

Rispondo con sincerità e il test rispecchia effettivamente ciò che sono: fantasioso, volitivo e imprenditoriale, non brillo in semplicità e velocità. Tutto vero. Ma oltre a questo il vuoto. O poco più. Luxottica mi dà la possibilità di condividere il mio risultato su facebook, ma anche stavolta, il social plugin non funziona. Subito dopo la (mancata) condivisione, appare una improbabile classifica che mostra quanti dei miei amici hanno il luxottica factor. 0%, ovviamente.

Infografica

Risultato del mio test – infografica

Pro e contro

Come sempre, sarò sincero: di buono in questo esperimento vedo solo l’intenzione – nobilissima – e la possibilità di riprogettare da 0 quest’esperienza. Un buon punto di partenza? Cercare sempre reference utili, ad esempio: questo è un buon modo per creare un test.  Bisognerebbe prendere appunti.

Se volete dirmi la vostra, come sempre ne sarò felice! Mi trovate su twitter

Salvo Mica

SF: All Access – l’ingresso di Ferrari nel mondo della gamification

Social SF All Access è il nuovissimo sito costruito con un sistema di gamification che permette ai fan del cavallino rampante di crescere di livello attraverso lo share di contenuti, opinioni e della loro passione per la Ferrari sui social media. Maggiore è la partecipazione, più alto è il punteggio guadagnato, si sale di livello e si ha accesso a contenuti esclusivi.

Per la prima volta Ferrari introduce logiche di Gamification in un suo progetto digitale, e lo fa in modo semplice e lineare. Efficace e perfettamente usabile. Certo però, da un colosso del genere mi sarei aspettato qualcosa di più. Ma vado subito nel dettaglio, osservando da vicino il prodotto.

Ferrari Social Community Gamification

Presentazione

Il sito di Ferrari all Access presenta in maniera chiara tutto il progetto in un colpo d’occhio. Mostra immediatamente la disponibilità dell’app (solo Ios, la versione Android non è disponibile), ed invita al social login tramite twitter e facebook. Subito sotto, troviamo un video che spiega in maniera efficace il progetto e la sua gamification. Due pollici bene in alto per il video. Efficace, conciso, chiaro, divertente: tiene un ottimo ritmo. Non mi fa rimpiangere il minuto e 46 secondi che ci ho dedicato. Subito sotto, fanno sfoggio di sè i livelli, ben calati nella metafora: ognuno di loro è rappresentato da uno di quei badge che si mette al collo durante le gare: inizierò da Fan e alla fine, farò parte del team. Mi sta bene.

badge-achievement

Ed infine, la leaderboard. Questa scalata verso il core della Ferrari deve essere celebrata. E lo è. La parte finale della landing page è dedicata al podio degli utenti più attivi. Perfettamente in metafora. User Interface e User experience davvero efficace e gradevole.

leaderboard

I primi momenti – Onboarding

Grazie all’efficacia della landing page, a questo punto ho già una chiara idea del progetto. Faccio il social login e salto dentro: guadagno subito 250 punti, ho un badge, non sono più fan, divento parte della squadra “Press”. Level up, mi sento accettato e gratificato. Ben fatto.

 

Il cuore del progetto

La NavBar del sito parla chiaro : da qui posso dare una sbirciata dietro le quinte, guadagnare punti, guardare il “meglio del meglio”, ripassare come funziona – se fossi un po’ tonto e non l’avessi già capito –  ed infine zompare dritto sul mio profilo.

dashboard

Dietro le scene

Qui vedo subito il livello che ho raggiunto (“Press”, e me ne vanto). Subito sotto, si passa all’azione: un elenco di post targati Ferrari vengono mostrati in sequenza: posso mettere un “love” e guadagnare 10 punti per ogni “love” che concedo.

behind-the-scenes

Guadagnare punti

Ma se voglio fare di più e meglio? Come posso guadagnare punti e scalare la classifica, entrare nella leaderboard ed ottenere il livello – badge “Team”? La risposta a queste domande è all’interno di questa sezione. Ferrari mi da tre possibili missioni:

  1. Condividi un tweet con i tuoi amici
  2. Diffondi la voce (condividi il sito)
  3. Metti “mi piace” ai contenuti

earn-points

Il meglio del meglio

Il regno della leaderboard. Qui campeggia in alto la mia posizione nella classifica globale: sono centesimo – ne ho di strada da fare. Subito sotto vedo l’onnipresente podio con i tre utenti più attivi, una fascia dedicata a tre post ai quali poter mettere “mi piace” per ottenere punti, ed infine l’intera leaderboard che mostra i primi 10 utenti più attivi e.. Me. Al centesimo posto. Completo ed efficace. Vorrei scalare la classifica per apparire su quel ovunque-celebrato triplice podio.

best-access-leaderboard

Come funziona

Questa sezione ripete fedelmente quanto mostrato nella landing page. Video compreso

Il mio profilo

Il regno del mio egocentrismo. Qui posso sapere con un colpo d’occhio:

  1. La mia posizione nella leaderboard globale
  2. Il mio livello attuale
  3. Gli achievement sbloccati (e non)
  4. I punti che ho guadagnato

myprofileprofile-2-achievement

Anche qui, ottimo lavoro di UX e UI. La grafica ha un’ottimo appeal, come in tutto il resto del sito. Niente da dire cara Ferrari, chapeau.

Componenti di gamification utilizzata

Ma adesso arriviamo al nostro di core. La gamification. Quali componenti usa questo progetto: In sintesi

  1. Badge
  2. Achievement
  3. Livelli
  4. Punti
  5. Leaderboard

Vi ricorda niente? Ebbene si. Il demone Trismegisto. La famigerata PBL: Points – Badge – Leaderboard. Ciò che rappresenta per l’engagement designer un po’ il livello zero della creatività. Nonostante l’appeal grafico non manchi, e la UX sia ben progettata, non possiamo non rimanere con un po’ di amaro in bocca. l’esperienza sembra ben progettata ma abbastanza povera di contenuti. Le missioni sono poche, semplici e ripetitive. Si corre il rischio di annoiarsi facilmente.

Suggerimenti utili

Ciò di cui sentiamo la mancanza è la profondità e la varietà. Ad esempio, gli utenti non hanno alcun ruolo in tutto questo. Non c’è un posto in cui essi potrebbero esprimersi. Potrebbe essere una buona idea dare agli utenti-fan maggiore spazio, dare loro la possibilità di creare relazioni fra di essi – scavalcando la logica della competizione così rilevante in questo progetto. Mi sarebbe piaciuto sentire le loro storie, vedere i loro contenuti e le loro azioni. Cosa li ha fatti innamorare della Ferrari? La passione è legata ad un ricordo di infanzia? Guardavano il Gp con il loro papà, in fissa per la Rossa negli anni 80? Ecco, mi sarebbe piaciuto conoscere e condividere le loro storie. Il progetto a mio parere sarebbe stato più efficace e intimo. Decisamente più interessante.

Cara Ferrari, in definitiva, per essere il primo progetto di engagement, non è andata male. Dobbiamo lavorarci solo un po’ su.

Pro e contro

Pro

Ottima UX

Ottimo appeal grafico

Parametri dei livelli e dei punti ben progettati

Contro

Missioni ripetitive

Mancanza di autonomia

Assenza di ugc (user generated content)

Assenza di strumenti che aiutino a creare relazioni fra utenti


Per me è sempre un piacere parlare di queste tematiche ed avere altri pareri, anche diversi dal mio, quindi se vuoi chiacchierare un po’ con me su questo post et similia, sentiti pure libero di twittarmi ! 🙂

Salvo Mica