10 Buoni Esempi di Gamification

Tratto da un bell’articolo/intervista al gamification guru Fabio Viola a cura di Maurizio di Lucchio su EconomyUp.

«I giochi a oggi sono il miglior strumento mai inventato per motivare le persone e incollarle a uno schermo: ecco perché le aziende utilizzano sempre più spesso la gamification per aumentare l’engament con i propri utenti/clienti, rafforzare la loyalty al brand, migliorare processi e rendere meno noiosi alcuni compiti».

A parlare è Fabio Viola, esperto di gamification, game designer, autore del blog gameifications.com, coordinatore didattico del master in Engagement & Gamification dello IED Milano e membro del comitato scientifico del master in Gamification dell’Università Tor Vergata a Roma.

Un articolo/intervista con Fabio Viola su EconomyUp

Un articolo/intervista con Fabio Viola su EconomyUp

Un guru della materia, insomma, che ci tiene a sgombrare subito il campo dalle definizioni non corrette del termine gamification. «Gamification non vuol dire trasformare un’esperienza in un videogioco, ma prendere tecniche proprie del design dei videogiochi – lo stimolo della competizione, l’enfatizzazione dello status, le modalità di guida del comportamento… – e trasferirle all’interno di una cornice che le persone conoscono, come un’app o un sito. Con il risultato che non ti accorgi neanche che stai giocando», spiega.

Nissan Leaf Carwings
«La gamification app di questa auto ibrida è all’interno della dashboard connessa a Internet e consente di monitorare in tempo reale quanto carburante stai consumando e crea un punteggio che viene messo a confronto con altri automobilisti nella stessa provincia, regione e paese. Così, si genera una classifica che stabilisce chi ha i migliori stili di guida in un determinato territorio. E in base al ranking si ricevono delle ricompense. È una tecnica interessante per stimolare la guida eco-sostenibile».

Spent 
«È un’iniziativa lanciata da un’organizzazione no profit americana che voleva sensibilizzare sul tema dell’impoverimento della classe media. Il senso era: adesso state bene, ma un giorno la povertà potrebbe riguardare anche voi. Così, per raccogliere fondi hanno scelto di non fare la classica campagna ma di creare un portale web in cui ti viene dato un budget virtuale per sopravvivere un mese. Il gioco poi fa capitare degli imprevisti. Per esempio: è morto tuo nonno, devi prendere l’aereo per andare al suo funerale ma sul conto corrente hai solo 800 dollari. Che fai? Alla fine, tutti si ritrovavano più o meno senza soldi. Il risultato? Il tasso di donazione è stato altissimo, molto più elevato rispetto a quello di normali siti web o di campagne. Gli utenti erano stati sottoposti a un’emozione: ecco perché erano più disposti a donare».

 

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