Gamification per l’immigrazione con Mygrants

I flussi migratori costituiscono da sempre un fenomeno globale che più di altri comportano notevoli ripercussioni sociali. Nella complessa contemporaneità, come del resto ben testimonia la controversa storia istituzionale recente, nostrana e non, il processo è tutt’altro che indolore, nonché privo di zone d’ombra sia per chi è costretto a lasciare la propria patria, sia per gli stati che accolgono o che vengono scelti come destinazione finale di un viaggio che quasi sempre è drammaticamente vitale, inevitabile, irrinunciabile.

Sempre più studi e analisi confermano che non si tratta di un fenomeno passeggero, destinato, al contrario, ad intensificarsi anche a causa dei cambiamenti climatici in atto.

La negazione, la chiusura, l’irrigidimento di fronte all’evolversi della situazione è un palliativo, una soluzione che, per quanto apparentemente efficace, non può che essere temporanea e per molti versi controproducente.

mygrants app gamification

Lo sa bene Chris Richmond Nzi, fondatore della startup che ha dato forma e vita a Mygrants, ma prima ancora ivoriano di nascita, figlio adottato in giovane età, promettente studente cresciuto tra Europa e Stati Uniti, brillante laureato in diritto internazionale e diplomazia in Svizzera.

Non uno qualunque insomma, quanto un esperto che, assecondando il suo percorso professionale ed attingendo dalla sua esperienza personale, sta tentando di affrontare la questione con efficacia, metodologia ed un pizzico di gamification.

Il software di cui sopra, accessibile tramite browser direttamente dal sito ufficiale anche con un comunissimo smartphone, non è altro che un questionario volto a scoprire, evidenziare, registrare il livello di scolarizzazione, le eventuali competenze e le ambizioni personali di chi transita o è arrivato nel nostro paese nella speranza di una nuova vita. Le domande che compongono la parte operativa di Mygrants sono oltre 2500, tutte ideate da un’equipe di accademici e vagliate da istituzioni riconosciute ed ufficiali.  L’esperienza si articola lungo domande a risposta multipla su tre temi principali nel primo livello (diritto e asilo, imprenditoria e sfide sociali) e quattro temi nel secondo livello (diritto del lavoro, hard skills, soft skills e valutazione delle lingue).

Mygrants quiz

Una serie di quiz accompagnano la profilazione del migrante per la ricerca di lavoro

Rispondendo più o meno correttamente alle varie domande, che tenderanno a farsi progressivamente specifiche, l’utente non ha solo la possibilità di apprendere usi, costumi e leggi vigenti nello stato ospitante, ma potrà farsi un’idea più chiara dei lavori che intende e può svolgere per inserirsi immediatamente nel tessuto sociale.

Come suggerito, non si tratta semplicemente di un test fine a sé stesso. Al di là dell’intento pedagogico, tutt’altro che secondario nell’economia di Mygrants, al termine della prova, in base al risultato ed al punteggio ottenuto, l’utente viene inserito in una specifica classifica per area geografica e macro tema. Sulla scorta di questi dati, Mygrants crea un match tra il profilo del migrante e le offerte di lavoro accelerando e facilitando l’inserimento dei più meritevoli.

Si tratta, insomma, di una piccola rivoluzione, resa tanto più attraente dalla gamification, che introducendo un pizzico di competitività, stimola a fare meglio, ad accumulare più punti possibile.

mygrants lavoro

L’efficacia di Mygrants, che anno dopo anno vede aumentare il numero di migranti che ne fanno uso, è tangibile anche sul piano strettamente economico. Come afferma lo stesso Chris in un’intervista rilasciata sul portale web Vita, “ogni giorno il Governo italiano spende in media 9 milioni di Euro per la gestione globale delle strutture di accoglienza per quello che riguarda l’ordinaria amministrazione e 630.000 Euro al giorno soltanto per la formazione e l’inserimento lavorativo degli immigrati. Questa è la spesa. Il ritorno sull’investimento è che dei titolari di uno status solo il 2,4% trovano occupazione professionale per più di 6 mesi”. Al contrario, Mygrants, per formazione ed inserimento nel mondo del lavoro di un milione di potenziali utenti, costerebbe appena 87.000 Euro al giorno.

Mygrants è online da aprile 2017 e ad oggi ha raggiunto 47mila trainees in Italia e 12mila in Africa (tra Costa d’Avorio, Ghana, Senegal e Nigeria) che passano di media 240 minuti, quindi 4 ore al giorno, ad informarsi e formarsi. Ad oggi Mygrants ha contribuito ad avviare ben 920 percorsi lavorativi.

La strada da fare, per Chris e Mygrants, è ancora lunga, ma il software, nella sua relativa semplicità, è l’ulteriore dimostrazione di come la gamification sia un principio efficace ed utile anche quando si ha a che fare con fenomeni sociali su scala globale.

Ci auguriamo che l’iniziativa di questa giovane start-up possa incontrare la fortuna e il supporto che merita.

 

Lorenzo “Kobe” Fazio

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