Sindaco di Bari diventa protagonista di un videogioco

Il rapporto tra gamification e politica affonda le proprie radici all’inizio di questa decade con una serie di progetti avviati negli Stati Uniti e Canada per avvicinare e coinvolgere un elettorato giovane e digitale. Sebbene con meccaniche semplificate, la gamification ha fatto breccia anche in Italia tra partiti e movimenti politici sin dal 2013 con l’iniziativa “Diventa un Attivista” lanciata da M5S per mobilitare la propria base elettorale. Da allora si sono susseguiti alcuni esperimento fino al più mediatico, ma altrettamento rudimentale, Vinci Salvini di cui abbiamo raccontato nel dettaglio i meccanismi sin dalla prima edizione del 2018 da poco rinnovata per l’anno in corso.

Vinci Salvini gamifiction politica

Se vale la pena interrogarsi se sia lecito tramutare la politica in un gioco fine a sé stesso, non c’è alcun dubbio che tramite il gioco si possa veicolare un valido messaggio politico e ancor meglio principii di educazione civica, utili ai potenziali elettori per districarsi al meglio tra istituzioni operanti a diversi livelli, regole da rispettare, diritti e doveri sanciti dalla Costituzione e non solo.

È esattamente ciò che compie, nel suo piccolo, Missione Bari, software gratuito disponibile sia su PC, tramite browser, che su device equipaggiati di iOS e Android. Disponibile da Maggio 2019, non casualmente a ridosso della tornata di elezioni europee ed amministrative a Bari, il sindaco uscente Antonio Decaro diventa il super eroe di un videogioco.

Sindaco Bari videogioco

L’intento principale è quello di stimolare il senso civico insito in ognuno di noi, lasciando che sia proprio il primo cittadino, teoricamente colui che più di chiunque altro ha a cuore la salvaguardia del tessuto sociale, a calarsi nei panni dell’eroe di turno, chiamato a risolvere ogni problema sollevato dai personaggi con cui potrà interagire.

Arrotondando per eccesso, Missione Bari è un open-world in cui l’obiettivo principale è accumulare più Punti Civiltà possibile, così da scalare la classifica, facilmente consultabile prima e al termine di ogni partita. Per incrementare il proprio highscore bisogna esplorare la piccola mappa messa a disposizione dagli sviluppatori, i ragazzi di Cube Comunicazione e Proforma, al fine di scovare i cittadini che necessitano dell’intervento dello stesso Antonio Decaro in poligoni, così da venire a capo di piccoli guai che minacciano la quiete pubblica.

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Sfruttando un control scheme ridotto ai minimi termini, si usa la tastiera per muoversi e un pulsante del mouse per compiere qualsiasi azione richiesta, si tratterà per lo più di scattare foto, quando non di riparare strutture urbanistiche rovinate, rimuovere macchine in divieto di sosta, raccogliere i rifiuti gettati lungo il marciapiede. Ognuna delle cinquanta missioni disponibili, dalla durata massima di cinque minuti ciascuna, può tuttavia avviarsi solo rispondendo preventivamente ad una domanda a risposta multipla, un modo estremamente interessante ed efficace per incentivare l’utente a conoscere meglio le peculiarità di Bari, il funzionamento del municipio, compititi e campi d’azione delle varie istituzioni.

Dal santo patrono della città, a quale siano le specialità culinarie della zona, passando naturalmente per domande più tecniche, relative, per esempio, alla corretta individuazione degli organi che tutelano i beni culturali, Missione Bari sfrutta la gamification per istruire la sua audience, ma anche per sensibilizzarlo sulle potenzialità, sulle caratteristiche, sui tesori del capoluogo della Puglia.

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Classifica e meccaniche di gioco, nel pieno rispetto dei principi della gamification, incentivano il giocatore a migliorarsi progressivamente, completando con maggior prontezza le missioni proposte, ma soprattutto rispondendo correttamente alle domande rivoltegli dagli abitanti virtuali della mappa.

Esiste insomma un modo virtuoso ed utile di unire politica e gioco, di insegnarne i principi, tramite un open-world assolutamente basilare e ridotto ai minimi termini, ma pur tuttavia caratterizzato da una direzione artistica colorata quanto basta e sorretta da una colonna sonora orecchiabile, ulteriormente impreziosita da simpatiche battute in dialetto, doppiate per l’occasione dagli attori Tiziana Schiavarelli e Dante Marmone, che certamente strapperanno più d’una risata.

Un prodotto dunque rudimentale, che non ha alcuna reale ambizione ludica, tuttavia sufficientemente strutturata e brillante da stimolare curiosità e desiderio di accumulare sempre più Punti Civiltà. Missione Bari è insomma un efficace ed efficiente esempio di gamification applicata alla politica, un tipo di intendere la politica che vuole innanzitutto educare ed insegnare, tutt’altro che limitata a raccattare proseliti.

 

A cura di Lorenzo Kobe Fazio

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